mercoledì 11 maggio 2011

La Signora dei Diamanti vista da Maria Teresa Scorzoni

Presentazione del libro DIAMANTI
Bologna, 10 maggio 2011, Showroom Poltrona Frau
 
Siamo qui per parlare di Diamanti, il libro edito da Astraea e scritto da Patrizia Di Carrobio, ribatezzata dal Corriere della Sera “la Signora dei diamanti”. Italiana, canadese, americana, nipote di una nonna dal nome rutilante, Gabriella de Robilant, commerciante di pietre preziose, prima battitrice d’asta donna di Christie’s... bastano poche righe della sua biografia per restare intrigati.

Il volume d’altra parte è un piccolo scrigno di consigli e una miniera d’informazioni, oltre che una guida all’acquisto. Molto, se non tutto, quello che avete sempre desiderato sapere sui diamanti, e naturalmente non avete mai osato chiedere, lo trovate qui.

Per introdurre il tema, oggi, sono andata a vedere l’etimologia della parola “diamante” e fra le varie ipotesi quella che mi è piaciuta di più risale al greco prima e al latino poi: adamantem, formato da a privativo e damac, domare, quindi indomabile. Il diamante è dunque l’Achille delle pietre preziose, bello e invincibile, a volte anche impossibile perché non tutti possono permettersene uno. Ma avrà un tallone il nosto Achille? Le famose “impurità o inclusioni” o magari qualcosa di più profondo?

Scorrendo le pagine di Diamanti tutto sembra seducente in questa pietra: dalla sua storia, a chi la commercia, da chi la taglia a chi la indossa. E poi ha una forza enorme: l’amore sposta le montagne, ma per un diamante si triturano. E’ “l’Amor che move il sole e l’altre stelle” conclude Dante, ma non sarà l’effimero che  muove il mondo? Quando Cristoforo Colombo partì per le Indie, affrontando l’ignoto e i suoi rischi, cercava una strada per portare più rapidamente in Spagna spezie, sete e soprattutto pietre preziose, non pane e amore. Così fu scoperta l’America e così Paperon de’ Paperoni potè dire: nella vita non contano solo i soldi, ci sono anche i diamanti! Eppure anche zio Paperone almeno un po’ si sbagliava perché, come dimostra Patrizia, non sempre i diamanti sono un buon investimento.

E’ certo comunque che questi eroi dei cristalli muovono enormi interessi e un grande interesse generale, perché, al contrario di quel che si dice (dai diamanti non nasce niente...canta De Andrè)  da loro nascono molte cose: sogni, leggende, promesse, ricchezze, salvezze, si pensi, ricorda Patrizia, agli ebrei ai tempi delle fughe dal nazismo.  

Purtroppo nascono anche lacrime e sofferenza: un capitolo di questo libro infatti è dedicato  ai diamanti di sangue (blood diamond, come il titolo del film con Di Caprio) e ci faremo spiegare dall’autrice cosa significa, quanta guerra, sfruttamento, fatica e dolore in miniera, stanno dietro alle “gioie” del mondo.  Spesso il  mito è circondato da lutti e forse questo è il suo tallone di Achille, Non a caso alcuni diamanti sono noti per la sfortuna che portano.

Pare persino che ai tempi di Benvenuto Cellini alcuni Papi usassero la polvere di diamanti per avvelenare i nemici e che anche il grande orafo temesse di essere vittima di tale attenzione. Accadrà ancora oggi? Sarà questa l’origine della grande diffusione del reflusso gastroesofageo che affligge anche me? Scherzo e poi non voglio concludere questa introduzione con una nota triste, quindi, se proprio devo pronunciare una parola funesta sia solo nella lieta formula:”finchè morte non ci separi!” perchè, come scrive Patrizia, quella fra i diamanti e le donne è una storia d’amore che dura una vita.

    Maria Teresa Scorzoni

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