lunedì 22 novembre 2010

Presentazioni: cosa dire e come fare.

Presentazioni
Le presentazioni hanno lo scopo di introdurre persone che non si
conoscono e avviare la conversazione e si fanno sempre, anche se si tratta di un incontro casuale. Le uniche occasioni in cui presentare non è necessario sono i funerali, gli incontri fugaci in cui non ci si trattiene più che per un saluto. Molte persone, però, hanno la tendenza a non fare mai presentazioni. Intimiditi dalla situazione o incerti su come comportarsi, finiscono per non fare nulla creando imbarazzo. Fare le presentazioni non è difficile se si ricordano
alcune regole di base.
Gerarchia. Si presentano i più giovani ai più anziani, un uomo
a una donna, un sigle a una coppia (presentando una coppia si
dirà sempre prima il nome di lui, poi quello di lei). Nell’ambiente
di lavoro si presenta al superiore la persona di livello subordinato,
dicendo per primo il nome della persona alla quale si presenta
l’altra. Ecco qualche esempio: “Papà, ti presento il mio ragazzo
Gianni”; “Presidente, le presento Giovanni Rossi dell’ufficio
stampa”; “Anna, ti presento Franco Verdi”.
Titoli. Nelle situazioni mondane ma informali si evitano i titoli
accademici e ci si limita a dire i nomi: “Ginevra, ti presento Luca
Bianchi; Luca, questa è Ginevra Orsi”. Nelle occasioni formali di
lavoro, invece, si usano il titolo e il cognome: “Dottor Bianchi, le
presento la dottoressa Orsi, responsabile del marketing”.
Famigliari. Quando si presentano dei familiari con il nostro
stesso cognome, si usa solo il nome di battesimo: “Le presento
mio marito Antonio e i nostri figli Andrea e Luisa”. Espressioni
come “le presento la mia signora” pronunciate per introdurre la
propria moglie, vanno bandite; “le presento mia moglie” è più
che sufficiente.
Cosa dire. Al momento delle presentazioni, per gli uomini è
sufficiente dire “buongiorno” o “buonasera”, tutt’al più “molto
lieto”, in nessun caso bisognerebbe dire il tanto diffuso “piacere”.
Alle signore basterà sorridere porgendo la mano. Chi è presentato
non dovrebbe mai porgere la mano, ma attendere che
sia l’altro a farlo. In genere è la persona più anziana che tende
la mano a quella più giovane, mai il contrario. In un salotto, le
signore sedute non sono tenute ad alzarsi se non nel caso in cui
siano presentate a dame attempate, persone anziane o di particolare
importanza; gli uomini, per contro, si alzano sempre.

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